LA STORIA A KM ZERO....   ZERMEN E TELVA NEL FELTRINO (BL)

di  Arnaldo De Porti

A ridosso delle dolomiti esiste un paesetto di nome Zermen ed un'appendice abbarbicata su di una collina chiamata Monte Telva, che fanno capo al comune di Feltre, in provincia di Belluno. In queste due realta', senza spendere soldi e fatiche per cercare questo o quest'altro interesse storico magari a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, la storia fa da padrona stante un paio di Chiese (senza citare tutto il resto) che ci portano indietro di molti secoli.
C'e' la Chiesa principale del paese il cui patrono e' San Dionisio, di fondazione medioevale, tra le piu' antiche della diocesi di Belluno-Feltre, consacrata solennemente il 19 giugno 1367 sotto l'episcopato di Giacomo Goblin da Brno, uomo di fiducia dell'imperatore Carlo IV di Boemia.
Essa conserva un prezioso ciclo di affreschi cinquecenteschi con figure di santi attribuiti a Giovanni da Mel, in parte perduti durante gli ampliamenti che hanno interessato l'edificio nell'ottocento, mentre restano quelli del presbiterio raffiguranti i Dodici Apostoli.
Sino alla fine dell'Ottocento vi si trovava anche la Madonna col Bambino in trono fra san Dionisio e sant' Eleuterio, pala d'altare lignea di Cima da Conegliano, oggi esposta al Museo civico di Feltre.
Al di fuori dell'abitato, salendo verso il monte Telva, si trova invece un eremo con Chiesa dedicata alla Madonna Annunziata, posta sopra un poggio che, in origine, non era altro che la Chiesa dell'eremo stesso fondato nel secolo XII, patrono San Rocco, ove tutti gli anni, nei sabato del mese di agosto, viene celebrata la Santa Messa (sospesa per pandemia l'anno scorso).
Posta sopra un poggio a meta' costa del suddetto Monte Telva, come detto poco fa in origine non era altro che la Chiesa dell'eremo fondato nel secolo XII dai padri Serviti di Venezia e soppresso nel 1800.
Struttura molto semplice facciata volta sera, una sola navata e il soffitto a capriate scoperte.
Ha tre altari in legno dipinto: da quello maggiore e' stato rimosso da poco il dorsale e sulla parete si e' scoperto un grande bellissimo affresco raffigurante la Madonna in trono col bambino, in alto due angeli in volo sostenenti una corona e in basso due religiosi in orazione, il tutto entro un elegante riquadratura formata da due colonne con trabeazione.
Porta la data 22 agosto 1514.
Di fianco all'altare due portine con dipinti due Angeli e in piccole nicchie le statuette di San Rocco di San Sebastiano con stemmi, come si evince in appresso.
Gli altari laterali portano a una deposizione di Cristo e una Nativita' di Maria ambedue molto deteriorate.
Nel 1961 sono stati eseguiti importanti lavori alle pareti perimetrali e rinnovato il coperto cadente.
Il Parroco, Mons. Lino Mottes, ha gentilmente voluto integrare quanto surriferito, consegnandoci delle note storiche riguardanti le due Chiese, l'una - quella dedicata a San Dionisio - attraverso un quadretto sito in canonica con le annotazioni storiche che seguono:

LA NOSTRA CHIESA. NOTIZIE STORICHE.
(copiatura integrale di un vecchio testo tuttora visibile in un quadro della canonica della chiesa di Zermen)
A due miglia da Feltre, lungo l'antichissima via che congiungeva questa citta' Belluno, e' sorta ZERMEN (Gemino nel Cambruzzi); "da Germen" nell'Olivieri; se non riferibile fors'anche, per la desinenza, al retico). E la sua Chiesa, come appare non solo dalla dedicazione, tipica dei primi secoli,ma anche da certe forme architettoniche conservatesi, risale certo a prima del Mille.
Ebbe in origine pianta a croce latina, con abside rettangolare poco profonda, un braccio trasversale terminante in due sporgenze quadrate, e navata unica: se ne sono conservate le caratteristiche lesene larghe e piatte riunite ad arco in alto, all'esterno della parte absidale (mascherata in parte, purtroppo, da un moderno addossamento della canonica). Era coperta a capriate in vista, riscontrabili insieme con qualche resto di decorazione, sopra l'attuale volta.
Poi fu rinnovata ed ingrandita nel secolo XIV con l'aggiunta di due cappelline laterali ed il prolungamento della navata: il tutto ricoperto da volte a crociera,una delle quali introdotta nella parte piu' antica. Ce n'ha conservato precisa memoria lo storico Cambruzzi (vol.II, p. 16) : " La Chiesa della villa di Germino fu consacrata al 19 di giugno di quest'anno (1367) come si comprende da certa scrittura in pergamena, senza sottoscrizione e dalla copia di alcune scritture autentiche, nella quale si asserisce che tale funzione fu fatta da Padre Agostino Vescovo Salubriense, con licenza del padre Ambrosio da Parma, arcivescovo Arbonese, vicario generale di Giacopo, vescovo di Feltre e Belluno (di cui fu vicario nell'anno seguente Alberto vescovo bolognese) benche' si celebra l'anniversario di questa consacrazione nella domenica terza di giugno.
Decorazioni affrescate abbellirono - probabilmente nel '400 - la chiesa: s'intravvedono nel transetto nord quelle illustranti il Simbolo degli Apostoli, successivamente imbiancate, ma e' sperabile che almeno una parte se ne possa recuperare. E per l'altare maggiore G.B. Cima da Conegliano dipinse nel '500 la bellissima pala della Madonna tra San Dionisio e San Eleuterio, il cui originale e' visibile nel Museo Civico Feltrino.
Fu anche aggiunta, sul lato meridionale una piccola sacrestia.
L'ultima trasformazione, ancora una volta per ingrandirla, fu portata alla chiesa dal Segusini, su progetto del 1868, attuato nel 1875. Effettivamente, col demolire i muri laterali della navata e delle cappelle, la capacita' si accrebbe notevolmente; ma le belle proporzioni e lo slancio ascensionale andarono perduti. Ne' l'antistante portico in muratura, ne' l'alto e snello campanile, che in precedenza le erano stati aggiunti, hanno giovato all'esterno. Ma piuttosto si possono sperare vantaggi da un prudente giudizioso restauro, che liberasse esternamente la preziosa abside, li aprisse le finestre delle cappelline e riportasse in luce all'interno gli affreschi del transetto, restituendo possibilmente a questo la primitiva altezza. Gia' e' ritornato al posto originario (con l'adeguamento alla nuova liturgia che si riallaccia all'antica) l'altare principale, e potra' esserne restaurato il paliotto di legno intagliato. A. A. - N. S.
l'altra - quella dell'eremo della Madonna Annunziata - strano a dirsi - che sembra avere un excursus storico di non secondaria importanza rispetto alla storia della predetta Parrocchia di San Dionisio, come si evince da documentazione estrapolata in sintesi da varie fonti, riportate pari pari qui di seguito:
A pochi passi dalla chiesa di San Dionisio di Zermen, con un panorama che domina gran parte della conca Feltrina, sorge una chiesetta oggi chiamata della Madonna Annunziata. In origine non era altro che la chiesa di un piccolo eremo, fondato nel sec. XIII dai Padri Serviti di Venezia. L'eremo e' ricordato col nome di Germino. I Padri Serviti trassero origine nel 1123 da sette nobili e ricchi mercanti fiorentini che rinunziarono al commercio e si ritirarono sul monte Senario, poco distante da Firenze ricevendo nel 1139 riconoscimento ufficiale da parte del loro Arcivescovo. Di certo i Serviti di Venezia furono condotti sul Telva non tanto dalla volonta' di accrescere il loro ordine, quanto piuttosto dal desiderio di avere in questa vallata una sorta di residenza estiva, di stazione ove ritemprare la propria salute grazie al clima e all'aria del luogo.
Non ci sono notizie sicure sulla fondazione del convento e la prima data certa ci e' data dall'affresco incorniciato nell'altare maggiore della chiesetta che e' datato 22 agosto 1514. Piu' tardi in seguito all'orientarsi dei padri Serviti verso il culto della Vergine vennero posti in quella chiesa altri due altari, di cui uno, con rispettiva pala dell'Addolorata, fu compiuto a spese del nobile Michiel Bellati. Si dice che nell'eremo avesse trascorso parecchi autunni anche fra Paolo Sarpi, il noto autore della storia del concilio di Trento (periodo probabile 1589-1593). Altra data certa e' il 1716 con una scritta latina che tradotta vuol dire: Aldovino Aldovini fece fare a proprie spese una quadrella sul pavimento riferita alla costruzione dell'altare maggiore in legno dipinto e alla pavimentazione dell'abside.
Nel 1786 l'eremo che ospitava cinque o sei religiosi, al massimo contava un solo ospite: fra Giovanni Cima per poi essere stato chiuso nel 1800.
Angelo Cima con un suo testamento dell'8 marzo 1843 lascio' al seminario di Feltre quant'era spettanza dell'ex conventino di Zermen del valore di lire 5.163, con la rendita censuaria di lire 91,72 e l'obbligo di due messe annue: una nella festa dell'Annunziata e l'altra entro l'Ottava del Morti. Il seminario adempi' il legato fino al 1877, quando gli furono confiscati i beni a norma della "legge regia sull'incameramento del beni ecclesiastici".
Andrebbe detto che, a lato dell'altare maggiore della chiesetta, esistono due statue di pregio raffiguranti San Rocco e San Sebastiano, Santi protettori dalle pestilenze in genere, realta' questa che fa presumere, in questo tempo di Covid, che essi siano stati piu' volte invocati.
Di notizie a proposito di questo eremo, anche relativamente recenti, ce ne sarebbero da narrare a iosa, ma lo spazio ed il tempo per farlo, determinerebbero dei problemi comprensibili a chi scrive. In ogni caso le foto che seguono, riguardanti le predette due chiese, sicuramente costituiranno parte integrante dei pochi dati storici inseriti in questa narrazione, non sottacendo da parte del sottoscritto una convinzione personale secondo la quale, molto spesso, luoghi storici della specie, hanno una valenza superiore rispetto a tante altre realta' piu' conosciute solo perche' la risonanza mediatica ed il conseguente business turistico, mettono in sottordine tante storie vere ed autentiche che abbiamo "sotto casa", ossia a km zero come da titolo, magari solo allo scopo di vendere un pacchetto turistico.

Arnaldo De Porti - settembre 2021



 

ascolta in sottofondo
Giuliano De Flaviis, Laudato sii o mi signore


 

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