ORSAGO (TV): 19 MAGGIO 2021, L'ESTREMO SALUTO AD UN
AMICO MINATORE
di Arnaldo De Porti
Mi e' capitato piu' volte di
parlare della miniera, anche su Piazza Scala, riportando numerose
foto e descrivendo le cerimonie programmate dall'A.I.E.M. di Fratta
di Caneva, in occasione della festa di Santa Barbara. Questa volta
pero' il contesto e' stato purtroppo diverso: ci ha lasciati un amico
speciale, Luigi Mandis, che tanto ha collaborato, anche come
co-fondatore, del Museo del Minatore.
L'estremo saluto e' stato dato nella Chiesa di Orsago, alla presenza
di numerosi amici e parenti, oltre che dalla figlia Simonetta e
marito Aligi, in un abbraccio ideale suggellato anche dalla
presenza di numerosi alpini in divisa; e cio' in un'atmosfera che
ha evidenziato quanto grande sia stato questo piccolo (ma solo di
statura) il nostro amico Luigi, che ha quasi sicuramente
rappresentato l'ultimo anello rimasto nella storia della miniera dei
nostri paesi del Veneto orientale.
Tutti hanno ascoltato ed apprezzato l'omelia di alto profilo, non
solo pastorale, tenuta dal Parroco, don Mario Casagrande, il quale,
alternando un parallelismo dialettico fra il filosofico-trascendentale e la materialita' richiesta per vivere su
questa terra facendo riferimento a Luigi Mandis, definito un
europeista
ante litteram per lavoro prestato
in Belgio, Francia, Germania e Svizzera, ha cristianamente dato
l'ultimo saluto a questo onesto minatore il cui esempio, e' stato
accostato a quel seme che, morendo dopo essere stato messo a
dimora, fa crescere una nuova pianta utile a tutti nel prosieguo
degli anni. Insomma, senza forzare il suddetto termine latino,
Luigi e' stato praticamente un precursore della storia attuale. E'
piaciuto l'accostamento con cui il Parroco ha descritto il
passaggio, quasi traumatico di Luigi dalle viscere della terra delle
miniere profonde del Belgio alla coltivazione delle stelle di Natale
nei giardini ordinati della Svizzera..
Una cerimonia triste, partecipatissima, durante la quale e' stato
suonato con la tromba il "Silenzio" da un musicista facente parte
di un coro eccellente che, in altre occasioni, si produce, sotto
la magistrale direzione di Simonetta Mandis, impossibilitata
ovviamente a farlo, essendo seduta accanto alla bara del padre
Luigi. A questo, ha fatto seguito la lettura della Preghiera del
Minatore in aggiunta al saluto-ricordo, riportato in appresso, che
ha voluto leggere anche lo scrivente, caratterizzando l'excursus
davvero encomiabile di una persona che va ricordata e ringraziata
per quanto ha fatto ed ha offerto a tutti , attraverso il suo sudato
lavoro in miniera, anche a Marcinelle.
L'ULTIMO SALUTO
ALL'AMICO LUIGI MANDIS. Proprio lo scorso anno, precisamente in data 6 luglio 2020, proprio in questa bella Chiesa di Orsago, ho voluto salutare un altro amico minatore, Emilio Zava, con il quale, insieme con il grande amico a cui stiamo dando ora l'ultimo saluto, Luigi Mandis, esisteva fra me e loro una fraterna amicizia, sin da quando sono entrato a far parte dell'Associazione Italiana Minatori di Fratta di Caneva. Non si trattava di un'amicizia come tante altre, ma di un rapporto tanto forte e genuino che andava dritto dritto al cuore anche senza scambiare una sola parola. Lo sguardo di Luigi, senza nulla togliere all'altro grande amico teste' citato, era sempre pregno di gioia che trasmetteva direttamente all'interlocutore, ed io, personalmente, mi sono piu' volte nutrito di questa gioia, parlandone anche alla figlia Simonetta che mi ha tempestivamente informato su questa luttuosa notizia.Che dire di Luigi ? Io penso, dopo aver parlato piu' volte di lui sui miei giornali, ivi compreso anche quello dell'AIEM, che Luigi rappresentasse ancor oggi, in maniera storica, il mondo della miniera nelle sue varie e difficili sfaccettature.Luigi era un uomo semplice, ma portatore di incommensurabili ed ineguagliabili doti di nobilta' verso il prossimo tutto, persona responsabile ed onesta che non ci ha pensato un attimo a mettere a repentaglio la sua vita allo scopo di dar da mangiare (nel vero senso della parola) alla sua famiglia, scendendo nelle viscere della terra a profondita' paurose (7-800 anche oltre i 1000 metri) nella speranza, una volta sceso a dette profondita', di "tornare a giorno". Frase che egli ripeteva ogni qualvolta scendeva in miniera, facendosi il segno della croce. L'opzione allora era infatti morire di fame sopra terra o arrischiare sotto terra per poter vivere sopra. Come facevano tutti, anche e soprattutto per il sostegno alle famiglie. Marcinelle docet !on posso non pensare a quanto abbia sofferto per dare anche a noi, qui presenti, quel benessere che spesso non ci accorgiamo di avere in quanto siamo schiavi di una sorta di assuefazione che ci distoglie spesso dalla stessa ragione umana, dal buon senso, per far abdicare tutto cio' in un mondo in cui regna l'indifferenza che oggi travolge tutto, anche i sentimenti umani. No, Luigi non era uno di questi: lui era una vera fucina di sentimenti umani, egli amava ed era orgoglioso di sua figlia Simonetta, tanto da saper trasferire questi sentimenti, senza proferir parola, semplicemente con uno sguardo eloquente, acuto schietto e disponibile verso tutti coloro che gli si ponevano di fronte, anche per una semplice stretta di mano. Non posso dimenticare l'ultima apparizione pubblica di Luigi con la lanterna della miniera in mano, mentre apriva la processione verso la Chiesa di Fratta, quasi a voler significare che questa luce doveva e deve ritornare piu' accesa di prima per fugare l'ipovedenza di chi ancora non ha capito o voluto capire quanto sia preziosa la vita.Ciao, Luigi, stringendomi al forte dolore dei tuoi cari, nella consapevolezza cristiana secondo la quale il Signore e' la Luce che vince la morte, ci troveremo tutti, in base al disegno divino, nuovamente con Te. Arnaldo, 19 maggio 2021 |
La cerimonia, composta, sentita e partecipata come detto dianzi, si e' conclusa nella commozione generale, anche con qualche lacrima. Qui sotto alcune foto, anche di repertorio.
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Miniera